Eugenio Montale
La
poesia contemporanea ha raggiunto con Eugenio Montale, nato a Genova nel 1896,
la sua indipendenza ed ha trovato un canto che sorge alto e spontaneo da un
sicuro dominio della materia e da un'ispirazione tutta urgente e nuova.
"Non chiederci - dice il poeta al lettore - la parola che squadri da ogni
lato l'animo nostro informe. " Egli sente infatti la vita come qualcosa di
estremamente provvisorio, un lento franare per cui non è possibile all'uomo
trovare "la formula che mondi possa aprirti"; egli si trova
continuamente in una situazione d'incertezza, e solo può dire "ciò che non
siamo ciò che non vogliamo". Questo sentimento del
pericolo, del rischio, del mortale è il motivo continuo della lirica montaliana.
La
sua poesia ha dunque contenuti modernissimi, ed è espressa in un linguaggio
altrettanto moderno e personale. Il suo linguaggio, apparentemente chiuso e
cifrato, è invece di una estrema coerenza col mondo che intende esprimere:
mondo complesso, problematico, irto di simboli, intenso e vivo, tutto proteso a
cogliere il "male di vivere", tema che Montale ha svolto con accenti
di una amara saggezza, di una virile malinconia.
Montale
è il poeta che dalla contemplazione di paesaggi, oggetti, nature morte,
situazioni e memorie umane, passa, con intuizioni personalissime, con immagini
contrastate e precise, a costruire un suo mondo di pensiero, una sua storia
intima e amara. Egli sa cogliere l'attimo, sia esso quello che s'indugia su un
oggetto abbandonato in riva al mare, sia quello che raggiunge la sfera delle
stelle, e sa fissarlo con straordinaria originalità di linguaggio.
I
suoi libri più significativi sono, "ossi di seppia", "occasioni",
" la bufera e altro": tre tappe che segnano una progressiva
conquista della realtà e del mondo umano del poeta, con un lavoro di scavo
illuminante e intenso, e con una sorprendente coerenza ai motivi fondamentali
della propria ispirazione.
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