FRAMMENTI BEAT
(Allen Ginsberg)
Il 13 ottobre 1955, leggendo alla Six Gallery di San Francisco le strofe visionarie e dissacranti di Urlo, Allen Ginsberg dava inizio alla grande stagione
beat. L’erotismo graffiante, la critica corrosiva al sogno americano, l’esaltazione di un’esistenza marginale, trasfigurata in un paradossale misticismo, hanno fatto di questi versi uno dei classici della poesia moderna, un oggetto di culto il cui fascino profetico è più che mai attuale.
Tratto da "Urlo"
Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla pazzia, morir di fame isteriche nude strascinarsi per strade negre all’alba in cerca di una pera di furia
Hipsters testadangelo bramare l’antico spaccia paradisiaco che connette alla dinamo stellare nel meccanismo della notte,
Che povertà e stracci e occhiaie fonde e strafatti stavan lì a fumare nel sovrannaturale buio di case con acqua fredda librati su tetti di città contemplando jazz,
Che il cervello spogliavano al Cielo sotto l’Elevata vedendo angeli maomettani barcollare su tetti di condomini illuminati…
Tratto da "Kaddish"
Strano ora pensare a te, andata via senza busto e occhi, mentre cammino per la strada assolata al Greenwich Village, downtown Manhattan, chiaro mezzogiorno invernale, e sono stato su tutta la notte, a parlare, parlare, leggere il Kaddish ad alta voce, ascoltando Ray Charles urlo di blues cieco al giradischi, il ritmo, il ritmo, e il tuo ricordo in testa tre anni dopo...
Blues per la Morte del Padre
Ehi Padre Morte, sto volando a casa
Ehi poveruomo, sei tutto solo
Ehi vecchio papà, so dove stai andando
Padre Morte, Non piangere più
Mamma è lì, sotto il pavimento
Fratello Morte, per favore bada al negozio
Vecchia Zia Morte Non nascondere le tue ossa
Vecchio Zio Morte Sento i tuoi gemiti
O sorella Morte come sono dolci i tuoi lamenti
O Morti Bambini andate a respirare i vostri respiri
Petti singhiozzanti faciliteranno le Vostre Morti
Il dolore è andato, lacrime riposate
Genio Morte la tua parte è compiuta
Amante Morte il tuo corpo è andato
Padre Morte sto venendo a casa
Guru Morte le tue parole sono vere
Maestra Morte ti ringrazio
Per ispirarmi a cantare questo Blues
Buddha Morte, mi desto con te
Dharma Morte, la tua mente è vera
Sangha Morte, ce la faremo
Sofferenza è ciò che è nato
L’ignoranza mi fece perduto
Verità di lacrime non possono sdegnare
Respiro di Padre ancora una volta addio
La nascita che hai dato non è stata malata
Il mio cuore è calmo, come dirà il tempo.
Guru Morte le tue parole sono vere
Maestra Morte ti ringrazio
Per ispirarmi a cantare questo Blues
Respiro di Padre ancora una volta addio
La nascita che hai dato non è stata malata
Il mio cuore è calmo, come dirà il tempo.
Lago Michigan, 8 luglio 1979
Guru
È la luna che scompare
Sono le stelle che si nascondono non io
È la città che svanisce, io resto
con le mie scarpe dimenticate,
la mia calza invisibile
È il richiamo di una campana
Primrose Hill, maggio 1965
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