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Marinetti e il Futurismo

Russolo, Carrà, Marinetti, Boccioni e Severini  ( Parigi 1912 )

Un attacco frontale alle istituzioni letterarie tradizionali, un movimento consapevolmente avanguardistico, che programmaticamente intese rompere con il passato in nome delle forme più caratteristiche della vita moderna. Il futurismo fu prima di tutto una ribellione ad un obiettivo stato di arretratezza della nostra cultura artistica inadeguata ai tempi.

Questa corrente nacque ufficialmente a Parigi, il 20 febbraio 1909, con la pubblicazione, sul "Figaro", del "Manifesto" redatto da Filippo Tommaso Marinetti. Ma fu un movimento d'origine tutta italiana. All'epoca le trasformazioni economiche e sociali prodotte dalla grande industria, l'urbanesimo, l'elettrificazione, il macchinismo in espansione, la crescente pressione delle nuove masse, richiedevano un adeguamento dell'arte alla nuova realtà. Marinetti scriveva: "Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; (…)le stagioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi; (…)le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi."

Poco chiara fu tuttavia l'ideologia politica che animava il movimento.

Se è vero che il Futurismo volle essere un'ideologia globale, abbracciante cioè tutti i campi artistici, è anche vero che privo non fu di contraddizioni:

Infatti agli atteggiamenti culturalmente eversivi ed anarchici, corrispose un'ambigua utopia politica che a parte promuovere il sovvertimento dell'ordine esistente, istigava ad ideali tipo la violenza e la guerra "sola igiene del mondo"; non a caso tale estremismo porterà in seguito il Futurismo ad elogiare l'ideologia fascista.

Sul piano letterario Marinetti distrugge la sintassi e la logica tradizionali, proclamando la totale libertà della parola poetica. Il verso libero aveva rappresentato l'avvio di un rinnovamento della poesia; ora esso doveva cedere il passo al più radicale strumento antiretorico delle "parole in libertà". Dopo tutto la critica al di là di qualche estrosità e bizzarria non esalta particolarmente il "valore letterario" del Futurismo, opinione questa che, se mi è concesso, non mi trova d'accordo; infatti non penso assolutamente alla poesia futurista come "un'arte facile" (opinione purtroppo assai diffusa); piuttosto considero certi modi di fare arte: "parole in libertà" come autentiche e genuine espressioni dell'anima che se lette nel modo giusto regalano un panorama assai più veritiero del talento artistico dell'autore.

Filippo Tommaso Marinetti

DI FILIPPO TOMMASO MARINETTI:

ADRIANOPOLI ASSEDIO ORCHESTRA

ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare lo spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all'infinito. Nel centro di quei tam tuuumb spiaccicati ampiezza 50 chilometri quadrati balzare scoppi tagli pugni batterie a tiro rapido Violenza ferocia regolarità questo basso grave scandere gli strani folli agitatissimi acuti della battaglia Furia affanno orecchie occhi narici aperti! attenti! forza! che gioia vedere udire fiutare tutto tutto taratatatata delle mitragliatrici stillare a perdifiato sotto morsi schiaffi traak-traak frustate pic-pac-pum-tumb bizarrie salti altezza 200 metri della fucileria Giù giù in fondo all'orchestra stagni diguazzare buoi bufali pungoli carri pluff plaff impennarsi di cavalli flic flac zing zing sciaaack ilari nitriti iiiiiii… scalpicii tintinnii 3 battaglioni bulgari in marcia croooc- craaac(lento due tempi) Sciumi Maritza o Karvavena croooc-craaac grida degli ufficiali sbatacchiare come piatti d'ottone pan di qua paack di là cing buuum cing ciak (presto) ciaciacia-ciaciaak su giù là là intorno in alto attenzione sulla testa ciaack bello! Vampe vampe vampe vampe vampe

vampe ribalta dei forti laggiù dietro quel fumo Sciukri-Pascià comunica telefonicamente con 27 forti in turco in tedesco allò! Ibrahim! Rudolf! allò allò! attori ruoli echi suggeritori scenari di fumo foreste applausi odore di fieno fango sterco non sento più i miei piedi gelati odore di salnitrio odore di marcio Timpani flauti clarini dovunque basso alto uccelli cinguettare beatitudine ombrie cip-cip-cip brezza verde don-dan-don-din bèèè delle mandre Orchestra i pazzi bastonano i professori d'orchestra questi bastonatissimi suonare suonare Grandi fragori non cancellare precisare ritagliandoli rumori più piccoli minutissimi rottami di echi nel teatro ampiezza 300 chilometri quadrati Fiumi Maritza Tungia sdraiati Monti Ròdopi ritti alture palchi loggione 20000 sharapnels sbracciarsi esplodere fazzoletti bianchissimi pieni d'oro Tum.bum 20000 granate protese strappare con schianti capigliature nerissime zang-tumb-zang-tum-tuuumb l'orchestra dei rumori di guerra gonfiarsi sotto una nota di silenzio nell'alto cielo pallone sferico dorato che sorveglia i tiri

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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