Il Simbolismo
Il Simbolismo può essere considerato l’ultimo
grande colpo di coda del Romanticismo. Infatti, come il Simbolismo odia la
volgare apparenza delle cose, vuole scoprire l’aspetto arcano, la segreta
ragione, così il Romanticismo cerca di mettere a nudo i sentimenti umani.
Entrambe le immagini del mondo hanno in comune il fatto che non ci si accontenta
delle cose visibili, ma si cerca di scoprire sempre gli aspetti più profondi,
specialmente nella interpretazione che ci da Moreau, dove miti classici, testi
biblici o di storia antica vengono riletti con una chiave che prelude
addirittura alle prossime interpretazioni freudiane.
Proprio per questa discendenza romantica,
molti atteggiamenti che in seguito verranno chiamati simbolisti sono già vivi e
vitali prima della data ufficiale del movimento, il 1886, anno in cui il poeta
Jean Morèas pubblica un “Manifesto del Simbolismo” sul Figaro.
I principali esponenti del Simbolismo
francese sono oltre al già citato Gustave Moreau, Odilon Redon, la cui prima
fase è legata soprattutto al disegno, alla litografia, all’illustrazione: un
opera molto letteraria, o da leggersi piuttosto come corrispettivo figurativo
dell’immagine letteraria. Dalle illustrazioni per Poe alle tarde immagini
mitologiche, quello che Redon scopre è soprattutto la capacità di leggere con
occhi interiori, evocando immagini che hanno la levità del sogno, della
fantasticheria.
Lo
stesso Paul Gauguin, che dopo aver aderito all’impressionismo ormai al
tramonto, negli anni successivi al 1886, volgeva la sua attività verso altri
esiti, di gusto simbolista. Egli condivide da un lato i contenuti ideologici e
letterari che la pittura dovrebbe avere secondo i poeti simbolisti, dall’altro
è la sua stessa pittura, arcaicizzante, stilizzata, che diventa immagine del
mondo.
Queste caratteristiche costituiscono una
svolta internazionale che, nel giro di pochi anni, riunisce idealmente pittori
di nazioni anche molto diverse tra di loro dal Belgio alla Svizzera, dalla
Francia all’Austria. Il tedesco Franz Von Stuck si specializza in torbide
visioni in cui nudi di donna simboleggiano lussuria e morte tra le spire di
enormi boa constrictor; mentre il belga Fernand Khnopff ,spesso con atmosfere
surreali, ci sospende fuori dal tempo, in un mondo di pensieri segreti.
Il Simbolismo per questa sua ambiguità,
sospeso tra il vecchio e il nuovo, tra atmosfere surreali e violenze
neoprimitive, ha avuto una alterna fortuna critica, che lo ha portato talora a
essere considerato come un rigido accademismo, mentre in tempi più recenti ad
essere considerato come un’anticipazione del Surrealismo .
|