Vicoli
I vicoli pavimentati da piccole lastre di pietra non avevano nome. Sulle targhe affisse agli angoli delle basse case le lettere erano scolorite o cancellate.
Enrico si avvicinò alla donna grassa che ansimava di fatica strofinando con un cencio bagnato lo scalino ai piedi dell' uscio.
Con timida voce d'imbarazzo le chiese se poteva indicargli la strada che stava cercando. La donna si alzò sbuffando. Aveva il viso sudaticcio. Enrico sorrise impacciato allentandosi il nodo della cravatta a mimare il caldo umido del pomeriggio afoso.
La donna lasciò cadere lo straccio sul gradino e si asciugò le mani grassocce col sudicio grembiule. Gli indicò la stradina sulla sinistra, rantolò che doveva percorrerla tutta e svoltare a destra. Quella era la strada che cercava.
Enrico ringraziò la donna che riprese a strofinare lo scalino senza rispondere.
Un vecchietto seduto su una sedia impagliata stringeva fra le dita nodose un bastone di legno. Quando Enrico gli passò accanto il vecchietto sorrise oscillando la mano scheletrica ad indicare l' imbocco della stradina verso la quale Enrico si avviava.
Appena ebbe svoltato l' angolo un gatto sbucò improvvisamente dal vicolo. Col pelo irto di terrore il randagio sbatté contro i suoi stinchi miagolando di dolore, prima di scomparire velocissimo in fondo alla stradina.
I due ragazzini che lo rincorrevano, vedendo Enrico si arrestarono.
Dall' espressione corrucciata dei due Enrico intuì che lo accusavano di aver impedito loro che la caccia avesse buon esito. I loro sguardi erano insistenti e severi.
Fingendo indifferenza, Enrico schiaffeggiò le tracce di polvere sui pantaloni.
I due rimanevano immobili dinanzi a lui.
Riprese a camminare. Dopo una decina di passi, senza fermarsi, si voltò e vide che i due, immobili, continuavano a seguirlo con lo sguardo. Si sentiva molto a disagio.
Prima di svoltare si rigirò. I due non c' erano più.
Si accorse di una giovane donna affacciata ad una finestra proprio sopra di lui. Enrico pensò che lo stesse guardando da quando aveva imboccato il vicolo. Una ciocca di neri capelli le sfiorava il viso di sottile bellezza. Lentamente si scostò dal davanzale e chiuse la finestra. Enrico la immaginò dietro le tendine bianche prima di fermarsi alla fine del vicolo.
Svoltò a destra alzando gli occhi alla targa affissa all' angolo della bassa abitazione. Le lettere che avrebbero dovuto dare un nome alla stretta via erano cancellate. Dietro i vetri delle finestre chiuse aleggiava silenziosa la penombra. Enrico camminava sulle piccole lastre di pietra fra scoloriti muri di mute case.
Una donna grassa strofinava il gradino fra il vicolo e la porta. Poco più in là un vecchietto sedeva su una sedia impagliata tenendo fra le dita nodose un bastone di legno.
Sentendo i passi di Enrico la donna grassa si alzò. Lasciò cadere lo straccio sul gradino e dopo essersi asciugata le mani col sudicio grembiule legato in vita, senza che Enrico aprisse bocca, gli indicò il vicolo sulla sinistra e con voce affannosa descrisse la direzione da seguire per giungere al luogo che cercava.
Enrico balbettò un "...grazie '' mentre la donna si chinava a ricuperare il cencio col quale, senza rispondere, riprese a pulire il gradino. Il vecchio gli sorrise oscillando la mano ossuta.
Prima di imboccare il vicolo Enrico si affacciò, sporgendosi oltre l'angolo.
Il vicolo era deserto.
Si appoggiò al muro asciugandosi col dorso della mano la fronte sudata.
Il vecchietto, seduto dinanzi a lui, stringeva con sguardo assente il bastone di legno fra le dita nodose.
Enrico si scostò dal muro e fece un passo per superare l' angolo.
Un gatto grigio e bianco urtò con violenza i suoi stinchi. Emise un miagolìo strozzato di paura, senza frenare la corsa rasente i muri delle basse case.
Enrico non attese lo sguardo severo dei due ragazzini che si erano fermati dinanzi a lui. Né si voltò per vedere se erano ancora immobili a seguire severi i suoi passi. Sentiva i loro sguardi pesargli sulle spalle, fin quando, giunto quasi al termine della stradina, alzò gli occhi alla finestra con le tendine bianche nel momento in cui si richiudeva.
Tornò indietro.
La donna grassa strofinava il gradino di marmo. Enrico fece finta di non averla vista e continuò a camminare lentamente.
Quando le fu vicino la donna si asciugò le mani e indicò la solita stradina con voce ansimante. Enrico non si fermò mentre il vecchio gli sorrideva indicando la stessa direzione.
Il gatto urtò contro le sue gambe appena ebbe svoltato l'angolo. I due ragazzini lo guardarono severi.
Pietro Moretti
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